(Finis Terrae – Fine della Terra, o quasi)
Quel giorno camminammo ancora 15 km. Per noi il Cammino non era ancora finito.
Dopo aver salutato la cattedrale di Santiago il centro cittadino di Finisterre ci aveva accolto con una temperatura fresca e le piccole vie, percorribili solo a piedi, ci avevano guidato fino al nostro ostello. O Encontro.
Da lì, il Faro ci aspettava.
Una struttura costruita sulla roccia. L’ ultimo segnale del Cammino era ancora una pietra che portava, questa volta, il peso e la soddisfazione degli 0 km raggiunti. La fine. Da lì in poi l’ oceano.
L’ oceano accoglie tutto. Ogni pensiero, ogni riflessione, ogni preghiera. È il tuo migliore amico. Puoi raccontagli tutto. Lui rimarrà sempre li ad aspettare che ti siedi su una roccia e lo contempli. Puoi parlarci, fare domande.
Forse anche Cristoforo Colombo aveva parlato con l’ oceano proprio lì, dov’ero seduta io. Forse anche lui sentiva che c’era altro oltre il mare. Anche lui aveva paura, ma se non fosse mai partito, verso le Americhe, la paura dell’ignoto sarebbe rimasta tale.
Si, perché ciò che non si conosce fa paura, tanta. Ma porta con sè le possibilità della vita di essere, potere, fare, diventare.
La tradizione rende questo luogo magico per questo motivo. Nella sua spiritualità, sacralità e riti da compiere, ogni pellegrino brucia o abbandona qualcosa per fare spazio dentro di sé e lasciare posto al altro.
Sentiamo il bisogno di sederci, dopo altri 6 km, ma questa volta sulla spiaggia di Mare de Fora.
Stendiamo due asciugamani, togliamo scarpe e zaini e via a rinfrescare i piedi nell’ acqua gelida.
“ Domani si ritorna in Italia: Che succederà? ”. Fu l’ unica cosa che riuscii a chiedere.
Mi sentivo come se piano piano la vita mi stesse riportando lentamente alla realtà.
Mi stava dando in mano una chiave per rinchiudermi ancora dentro giornate preconfezionate che corrispondono ben poco alla mia idea di libertà. Non volevo finisse. Almeno non così.
Tiro fuori un quadernetto dallo zaino, una penna e giochiamo al gioco dei 10 desideri. Uno a testa, personale o di coppia, andavano scritti sulla pagine a righe.
1. …
2. …
3. …
4. …
5. …
Arrivammo a 10 senza neanche troppa fatica. Li guardammo.
Eravamo Noi.
Erano esattamente le 10 cose che più ci mettevano fuori dalla nostra comfort zone e allo stesso tempo i 10 punti più congruenti a ciò che avremmo voluto essere e vivere nei prossimi anni.
Su quella spiaggia, avevamo fatto il primo passo di un altro Cammino. Più profondo, più intenso, più vero verso la nostra vita interiore.
Il sole stava calando.
Non c’era più nulla da aggiungere, solo lasciar andare. Lasciare che, ancora una volta, il sole chiudesse il sipario di un’esperienza colma di vita portandosi dietro gli ultimi pensieri di quella giornata. Affidammo le nostre parole al mare e ci addormentammo come bambini su quella spiaggia deserta.
Davanti a noi, l’ oceano.