“Comprendo soltanto adesso
qualcosa che avrei potuto capire dieci anni fa.
Ma sono felice di non aver atteso altri dieci anni”
Paulo Coehlo
Percorro i sentieri sterrati, ancora fangosi, che si fanno spazio tra boschi di alberi di eucalipto.
La fragranza rimane nell’aria, costante e decisa, per chilometri, riportandomi con la mente all’ esperienza neozelandese in minivan di due anni prima.
È il primo giorno di sole, oggi. E il primo giorno che sento il tempo ampiamente dilatato.
“Da quanto cammino precisamente?” 10 giorni.
Percepiti 4 mesi.
La stanchezza mi fa scambiare i nomi dei paesi attraversati con i piatti tipici assaggiati della cucina locale. Piatti preparati con cura e offerti in quantità decisamente generose per un contributo più che onesto. Oggi l’ orologio segna 7 ore e mezza di cammino, 44.282 passi, 31 km percorsi (i 4 piani di scale per raggiungere la camera sono esclusi).
Stasera ho riflessioni solo sul tempo che passa. L’ unica vera ricchezza dell’ uomo. Molto spesso al secondo posto, dopo il denaro, rimane la meno compresa di tutte e per questo la più sprecata.
Come si rallenta il tempo?
Lascio fare alla notte il suo dovere.
Lascio che la mente possa trovarmi una soluzione: che sia facile e applicabile alla vita quotidiana.
Anche se, in realtà, dentro di me la risposta la so già.
La totale presenza.
Mancano 38 km a Santiago.