Non abbiamo mai avuto dubbi se fare il Cammino insieme o da soli.
Camminiamo sulla stessa strada. Sposati da due anni. Insieme, qualcosa in più.
Abbiamo scelto la stessa direzione. Abbiamo la stessa vision. In fondo, vediamo la stessa cosa.
Ognuno cammina con il suo ritmo, che non è quello della lancetta dell’ altro. A volte ci si aspetta. Altre, ci si trova alla prossima tappa. È un tacito accordo di sincero rispetto reciproco.
Ogni tanto chi è davanti si gira indietro e urlando, da qualche centinaio di metri, chiede se va tutto bene. Chi è dietro alza la racchetta per conferma (solitamente io!).
Ci si ritrova sempre, perché i binari sono gli stessi. Quando siamo insieme approfittiamo per scattare qualche foto e celebrare con una bibita ogni paese raggiunto!
La sera, dopo cena, mentre le gambe riposano, la stanza si riempie di odore di arnica e voltaren (forte!). Lui legge autobiografie di visionari che vanno su Marte, io scrivo del Cammino delle persone comuni. Cammini religiosi e spirituali. Cammini che provano a dare risposte a domande troppo grandi. Tanti chilometri fatti da chiunque per raccontare, dimenticare, perdonare, per perdere le proprie radici. Per ritrovarle.
Oggi festeggiamo un incontro, una promessa, una scelta.
Siamo insieme, ma ogni giorno ognuno va con le proprie gambe, frigge nei propri pensieri. Qui, come nella vita.
Sono giorni che lo vedo nei suoi sandali infangati, con la mantella color oliva, il cappello dell’ HRD Academy per auto motivarsi e la barba incolta. (Non perché segua qualche particolare lignaggio religioso, ma è solo che ha dimenticato il rasoio a casa!)
Guardandolo penso che non è dove andiamo e cosa facciamo, ma è chi abbiamo al nostro fianco a fare la differenza. Quella grande differenza che trasforma una panchina su una strada piena di polvere e smog in un tavolo per due vista mare, vista sogni, vista Tutto.