Piove.
Anche la mantella viene iniziata al Cammino. La strada di oggi è in discesa. Tanta discesa. Sentieri sassosi in mezzo alle montagne verdi vengono inghiottite dalla nebbia che si dirada di ora in ora e lascia spazio all’ aria più pulita che ho mai respirato.
Ho un ginocchio dolorante, che mi chiede arnica ad ogni breve sosta e la discesa non lo aiuta.
Oggi qualche pellegrino in più. Si parla, ci si conosce, si condivide qualche tratto di strada e poi ognuno per la sua.
Il cielo grigio, con fulmini e qualche tuono incentiva ad aumentare il passo e mi grazia con solo qualche goccia. (Gratitude!)
Mancano 6 km all’arrivo e comincia a piovere poco più forte. La mantella fa il suo dovere riparandomi fino a metà gamba e facendo scivolare la prima pioggia fresca sul ginocchio che dopo tanto mi da un po’ di tregua.
A 4 km dall’arrivo il diluvio.
Provo a contare, per distrarmi dall’acqua che comincia ad essere assorbita dalle calze. Ho le piaghe sulle dita delle mani per via dell’ impugnatura zuppa delle bacchette.
Camminando a testa bassa vedo sull’ asfalto – 1. Manca 1 km alla città! Penso.
Entro in città. Le frecce gialle che comincio a odiare indicano 1 km al centro. (Tirerei una racchettata al cartello, ma mantengo l’equilibrio).
Proseguo fradicia. Fermarsi è inutile, tanto non smette!
Guardo il cielo e penso: “Cammino, cosa vuoi da me?“
Al centro di Ponferrada la mappa offline indica ancora 1 km all’ hotel. Sembra uno scherzo.
Continuo a camminare. Con il ginocchio gonfio arrivo finalmente a destinazione. Sulla porta un cartello con un numero da chiamare. Non ho connessione e la rete del telefono non prende. Guardo verso il cielo: “Qualcos’altro?“
Quando finalmente, per qualche allineamento cosmico dei pianeti, mi guadagno la stanza, il wifi non va.
Prende solo in corridoio.
Intanto ha smesso di piovere.
E non ho con me il phon.
È la resa dei conti.
“Ok. Hai vinto“.
Ma io sono arrivata anche oggi.
Fine della storia.